La ministra del Lavoro Calderone sottolinea la necessità di una riflessione su un ampliamento della deducibilità fiscale delle spese per colf e badanti.
Il sasso nello stagno lo ha lanciato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, intervenendo al sesto Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili: le attività di cura e assistenza della famiglia vanno sostenute dal punto di vista della legalità e del pieno rispetto dei contratti e «anche facendo una riflessione su un ampliamento della deducibilità fiscale delle spese per colf e badanti alle sostenute dalle famiglie»
Assindatcolf: bene Calderone su deducibilità spese Un’ipotesi, quella dell’ampliamento della deducibilità fiscale delle spese per colf e badanti accolta con favore dai datori di lavoro domestico. Ogni anno il lavoro domestico irregolare ‘costa’ allo Stato quasi 2,7 miliardi di mancato gettito, tra evasione contributiva e fiscale. A farne le spese, poi, sono anche direttamente le famiglie che, secondo le simulazioni elaborate lo scorso anno per Assindatcolf (l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico), a fronte di un risparmio tra il 6-8% derivante dal ricorso al ‘nero’, si assumono però il rischio di arrivare a pagare il 30% in più in caso di controversia con il lavoratore. «Dati alla mano, è indubbio che solo un ampliamento delle soglie di deducibilità del costo del personale domestico potrebbe interrompere questo circolo vizioso e, contestualmente, sostenere economicamente le famiglie, già alle prese con gli aumenti retributivi di colf, badanti e baby sitter». dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf. «Per questo – prosegue Zini – siamo lieti che il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, abbia parlato dell’esigenza di avviare una riflessione sull’ampliamento delle soglie di deducibilità fiscale per le spese legate alle attività di colf e badanti. Una richiesta di cui da anni ci facciamo portavoce e che riteniamo essere non più rinviabile, soprattutto alla luce dell’adozione del Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso, per cui da subito siamo disponibili a lavorare. Il fine cui tendere è molto semplice anche se economicamente impegnativo: il lavoro regolare deve costare meno del lavoro nero» Crescono i salari delle colf, fino a 1.384 euro al mese Intanto crescono i salari delle colf e delle badanti. Potrà costare fino a 1.384 euro al mese avere una badante formata convivente livello D super (per una persona non autosufficiente) oltre a 194 euro di indennità e la quota di mensilità aggiuntive quali tredicesima e Tfr. Per le famiglie italiane la spesa per le assistenti familiari – secondo le tabelle pubblicate dal ministero del Lavoro dopo il mancato accordo tra datori di lavoro domestico e sindacati della scorsa settimana – aumenteranno del 9,2% per le retribuzioni minime contrattuali e dell’11,5% per vitto e alloggio, ovvero rispettivamente dell’80% e del 100% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’Istat. Le nuove tabelle del ministero Le variazioni partono dal 1 gennaio 2023 e dalla stessa data dovrebbero essere aggiornati i valori dei contributi che secondo l’Assindatcolf dovrebbero crescere di circa l’8%. Per una badante non formata di persona non autosufficiente ci vorranno almeno 1.120 euro al mese oltre a quote di tredicesima e Tfr mentre per il livello A (assistente familiare generico convivente, ad esempio addetto alle sole pulizie) basteranno 725 euro. Se si ha bisogno di una baby sitter o di una assistente di persone autosufficienti (livello BS) la retribuzione minima contrattuale mensile sarà di 988,90 euro mentre per un assistente con specifiche conoscenze di base (ad esempio un cuoco), livello C ci vorranno almeno 1.054,85 euro oltre alle quote delle mensilità aggiuntive. Per i lavoratori domestici non conviventi la retribuzione oraria minima andrà da 5,27 euro per il livello A (colf generica) a 9,36 euro l’ora per l’assistente familiare D super passando per la retribuzione oraria minima per la baby sitter di 6,99 euro. Spese fino a 2mila euro al mese Nel caso di persone non autosufficienti le famiglie dovranno mettere in programma però spese molte più alte perché oltre alla retribuzione per la badante e ai contributi dovranno considerare anche le sostituzione nei giorni di riposo e nelle ferie oltre all’assistenza notturna. Per l’Assindatcolf per la figura professionale più formata e qualificata del comparto la famiglia potrebbe spendere fino a quasi 2mila euro al mese senza considerare le sostituzioni. Dall’Associazione però fanno sapere che la maggior parte dei contratti per le badanti riguardano i livelli CS ovvero quelli per le assistenti che seguono persone non autosufficienti senza avere le abilitazioni per un totale mensile compresi i contributi che supera i 1.500 euro.