Nell’ultima bozza del decreto Lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri nel giorno della Festa del lavoro, non è entrato l’annunciato raddoppio del limite di deducibilità dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter. La misura ha dovuto fare i conti con il nodo coperture.
Nelle prime bozze circolate, la norma sulla deducibilità era contemplata. Se allo stato attuale è possibile scalare dal reddito complessivo ai fini Irpef fino a 1.549,37 euro, nelle prime bozze si saliva a 3mila euro dal 2023. Il quadro è cambiato nell’ultima versione del provvedimento: il raddoppio degli sgravi è saltato.
Protestano le associazioni. La misura, ha sottolineato Andrea Zini, presidente di Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), «seppur parziale rispetto alle reali esigenze del comparto, avrebbe comunque rappresentato un importante cambio di passo rispetto alle politiche fino ad oggi messe in campo a sostegno delle famiglie. Al contrario, il settore continua ad essere considerato di serie B, come se non avesse a che fare con i drammatici trend sulla natalità e con la questione della non autosufficienza». L’associazione ha ricordato che da gennaio 2023 le famiglie sono alle prese con importanti aumenti retributivi scattati a causa dell’inflazione e che potrebbero essere confermati anche per il prossimo anno, con allarmanti ricadute sul settore.